Durante l’estate la popolazione delle aree turistiche - come quelle della costa toscana - aumenta di molto, rendendo ancora più importante la guardia medica. Purtroppo però da tempo non ci sono abbastanza medici per coprire tutti i turni, con almeno il 30% di sedi rimaste scoperte e il servizio accorpato in vari comuni del nostro territorio: un problema che porta i cittadini a rivolgersi al pronto soccorso anche per situazioni che non ne avrebbero bisogno, creando ulteriori problemi al Servizio sanitario. Ma perché la situazione è così grave?
Attualmente per coprire i turni di guardia medica turistica in Toscana servirebbero almeno 650 medici e ne sono rimasti circa 200, che raddoppiano se si considera la soluzione “tampone” di utilizzare i sostituti neolaureati: non a caso nel Grossetano i medici di famiglia da anni ricevono anche i turisti, dietro il pagamento di somme modeste, in modo da garantire un qualche tipo di servizio. L’estate però è la fase acuta di un problema che dura tutto l’anno, ovvero la mancanza di medici di medicina generale, perché i servizi di guardia medica sono in forte difficoltà di organico da anni a causa di una programmazione miope. Per formare un medico servono infatti almeno 10 anni, e ogni anno bisogna quindi prevedere quanti di loro non saranno più attivi dieci anni dopo per soddisfare al meglio i bisogni della popolazione. Se si attivano troppi posti nelle varie scuole di specializzazione si sprecano risorse pubbliche, e se se ne creano pochi si crea un “buco” negli organici futuri. Questo è quello che è successo negli scorsi vent’anni, e nel contempo è anche aumentato il carico burocratico dei medici di famiglia, rendendo questa professione molto meno attrattiva per i neolaureati.
Per almeno i prossimi tre anni le risorse umane rimarranno purtroppo quelle che sono, e questo ci porta alla sperimentazione che l’Asl Toscana centro farà partire dal prossimo autunno, riorganizzando la guardia medica e tagliando la presenza di medici da mezzanotte alle otto in alcune postazioni. In verità, spiega il segretario toscano della Fimmg Niccolò Biancalani, “si tratta di un passaggio di cui i cittadini neppure si accorgeranno perché quel taglio nei fatti è già attuato per mancanza di personale”: si recuperano medici da una parte per usarli altrove, in attesa dell’avvio definitivo della nuova sanità territoriale previsto dal Pnrr. E nell’attesa di un passaggio ancora più importante, ovvero il nuovo contratto integrativo dei medici di famiglia: non solo sarà quello a disciplinare come questi professionisti lavoreranno nelle strutture costruite con il Pnrr, ma dovrà anche contribuire a rendere nuovamente attrattiva una professione che è sempre meno scelta dai giovani laureati in Medicina.
(Photo credits: Parentingupstream/Pixabay)
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