Continuità assistenziale, sempre più problemi per le aree periferiche

Gravemente scoperta la Val di Chiana per Natale e Capodanno

Ci siamo occupati lo scorso settembre della riforma della ex guardia medica, ora chiamata continuità assistenziale: un cambiamento che è dovuto alla progressiva riduzione delle telefonate ricevute tra le 24 e le 8 del mattino, e che renderà il sistema più adeguato ai nuovi bisogni dei cittadini. Nel caso in cui si abbia bisogno di un intervento medico non urgente tra le 24 e le 8 del mattino, si farà infatti riferimento non più alla guardia medica ma a una Centrale di servizio, raggiungibile al numero 0577-367773, che filtrerà le chiamate e li indirizzerà alle postazioni con medico più vicine (o al 118 per le emergenze e urgenze). In questo modo le guardie mediche potranno essere impiegate in maniera più efficiente sul territorio, particolarmente alla luce delle sempre più gravi carenze di personale medico in alcune aree della nostra provincia.
Purtroppo, sebbene la situazione sia in questi giorni sostanzialmente sotto controllo per Val d’Elsa e zona senese, altrettanto non si può dire della Val di Chiana: per il periodo delle feste infatti sono molto pochi i medici che hanno dato la loro disponibilità a coprire i turni più problematici, e al momento in cui scriviamo quest’articolo risultano privi di personale il turno diurno del 25 e il turno notturno del 31 (ad eccezione delle piazze dove si svolgeranno i tradizionali eventi di Capodanno). Non è certo un caso che questo stia succedendo nella stessa zona dove nei prossimi sei mesi, a causa di pensionamenti non adeguatamente coperti dalla programmazione degli amministratori pubblici, la mancanza di medici di medicina generale creerà non pochi problemi ai cittadini: con meno medici a disposizione per soddisfare una domanda di salute in crescita è comprensibile che il carico di lavoro dei medici rimasti non permetta loro di coprire anche i turni della continuità assistenziale, e questo a discapito del diritto alla salute dei cittadini.
Nelle scorse settimane abbiamo più volte sottolineato che i dati ci dicono che i medici italiani sono tra i meno pagati d’Europa, e in particolare che la medicina generale non è più attrattiva per i giovani laureati, col risultato che ci sono sempre più cittadini in Italia che non hanno un medico di famiglia di riferimento. Il caso dei turni di continuità assistenziale, da questo punto di vista, è un sintomo di un problema sistemico della sanità italiana: senza una riforma strutturale del sistema i numeri ci porteranno, purtroppo, verso un quadro decisamente a tinte fosche, anche nel nostro territorio.

 

(Photo credits: Quino Al/Unsplash)

 

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