Costi energetici e inflazione, niente aiuti per i medici di famiglia - 1 giugno 2023

Nel 2022 bollette a +130%: MMG lasciati soli

Nel corso dello scorso anno le bollette energetiche sono letteralmente esplose a causa sia dell’inflazione crescente che delle turbolenze geo-politiche internazionali, con la spesa per gas ed elettricità delle aziende sanitarie e degli ospedali che è passata da 123,48 a 285,18 milioni di Euro (+130%) in un solo anno. Questo ha ovviamente creato molti problemi alle Regioni, e aumenti di questa portata giocoforza vorranno dire minori servizi per i cittadini se il governo non stanzierà fondi ulteriori: quelli assegnati ad oggi, infatti, non bastano a coprire del tutto le maggiori spese.

In un quadro come questo la Regione Toscana ha deciso di avviare un sistema di monitoraggio dei consumi per pianificare nuovi investimenti e buone pratiche di gestione, con l’obiettivo immediato di risparmiare almeno 39 milioni di Euro nel 2023. Di questo, ovviamente, non si può che essere contenti: sicuramente negativa, invece, è la notizia che ad oggi né il governo né le regioni hanno attivato alcun tipo di sostegno per i medici di famiglia, che devono sopportare questi aumenti da soli.

Per come è strutturato il rapporto tra il Sistema sanitario nazionale e i medici di medicina generale - che sono liberi professionisti convenzionati - ognuno di questi riceve infatti un compenso per ogni paziente che ha e con quella somma deve provvedere a ogni sua spesa, dall’affitto dell’ambulatorio alla strumentazione, passando per i costi per il personale e, ovviamente, le bollette. Con un’inflazione registrata ad aprile dell’8,2% su base annua e i costi energetici aumentati in questo modo, è facile immaginare cosa sia successo al reddito dei medici di famiglia - un reddito che già prima di questa situazione era fra i più bassi a livello europeo, e che è uno dei motivi per i quali i giovani laureati in medicina non scelgono di diventare medici di medicina generale.

Da questo punto di vista il nostro territorio è però un esempio di buona pratica a livello nazionale, visto che facendo squadra i medici di famiglia di Siena e provincia hanno saputo creare strutture comuni, condividendo spazi e personale e abbattendo per quanto possibile i costi. Ma rimane il fatto che un gesto concreto su questo da parte del governo sarebbe un segnale tangibile di come si vuole risolvere il problema della carenza, ormai conclamata e molto grave, di medici di medicina generale in tutta Italia.

 

  

 

(Photo credits: Led Supermarket/Pexels)

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