Quarant’anni di evoluzione per la medicina di famiglia - 19 ottobre 2023

Ieri, oggi e domani: come cambia la quotidianità di un medico

Il dottor Roberto Peruzzi, che molti cittadini di Colle Val d’Elsa hanno imparato a conoscere e stimare presso il centro medico Arnolfo, è recentemente andato in pensione passando il testimone al giovane collega Matteo Vannoni. Tra quando i due hanno preso servizio sono passati 43 anni: quasi mezzo secolo, nel quale la medicina generale è cambiata molto più di quanto non si possa pensare.

“Sembrano secoli”, afferma Peruzzi: “ai miei tempi un medico cominciava nel suo studio con un ricettario, una penna, un fonendoscopio e uno sfigmomanometro. Ognuno aveva il suo studio, e tutto finiva lì”. Poi, negli anni ’80, il primo grande cambiamento, con l’informatica: “all’inizio eravamo del tutto impreparati a questo nuovo mondo”, ricorda Peruzzi, “ma dopo un po’ di fatica abbiamo abbracciato questa rivoluzione e ora possiamo affidarci a programmi raffinatissimi, senza i quali lavorare è impensabile. Nessun medico di oggi potrebbe ricordarsi ‘a mente’ i farmaci e tutti i dettagli della storia clinica di ognuno dei suoi pazienti senza rischiare un errore”.

Un decennio dopo, un’altra svolta con la medicina di gruppo, che consente ai medici di fare squadra per garantire ai pazienti di una certa zona una continuità di servizio senza precedenti. “Nonostante questo sviluppo, che è stato comunque importante, sentivamo il bisogno di più organizzazione e di più personale di supporto come amministrativi e infermieri, perché la pressione burocratica era già aumentata molto, e la risposta è stata la cooperazione. Tramite una nostra cooperativa abbiamo sia potuto dotarci di queste figure di supporto che riunirci tutti in un solo centro medico”. Un vero e proprio salto di qualità, secondo Peruzzi, “che ci ha permesso di dare molti più servizi per più ore al giorno e facilitando anche l’infermeria e la piccola diagnostica ambulatoriale, come gli elettrocardiogrammi e le spirometrie. È  un servizio alla cittadinanza davvero notevole, che non esisterebbe senza la cooperazione e che è una medicina di famiglia molto più evoluta di quella che c’era quando ho cominciato”.

Su quanto siano importanti il centro medico e il suo personale non ha dubbi nemmeno il Dottor Vannoni: “sono una cosa fondamentale, senza non avrei idea di dove cominciare. Dato che la burocrazia è davvero macchinosa, anche se pienamente giustificata – penso ai piani terapeutici e ai certificati – poter avere il supporto di personale amministrativo che permetteo a un medico di avere più tempo da dedicare ai pazienti è importantissimo”. Anche perché la struttura organizzativa di un centro medico garantisce la continuità del servizio e della propria storia ai pazienti, assicurando una tutela del diritto alla salute ancora maggiore. Ciò non toglie che il primo impatto con la professione odierna non va sottovalutato: “i miei pazienti sono quadruplicati da un giorno all’altro, e attualmente ne ho circa 1.300. Mi sentivo pronto, ma i primi giorni sono comunque stati pesanti”. Fortunatamente Vannoni ha potuto contare sul supporto degli altri medici: “devo dire che trovarci tutti i giorni fra colleghi, nello stesso centro medico, mi ha garantito il loro aiuto quotidiano. Mi è stato fondamentale per orientarmi, così come lo è stato quello di un personale amministrativo e di infermieri professionali e preparati”. Tutte cose che una volta non c’erano e ora sì, e che rendono la sanità territoriale senese un esempio seguito in tutto il Paese.

 

 

 

 

(Photo credits: National Cancer Istitute/Unsplash)

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