Quinto appuntamento con i giovani medici di famiglia

A tu per tu con… Massimiliano Fuggiano

Per il nostro appuntamento mensile con i giovani medici di medicina generale andiamo a Rapolano Terme e incontriamo il Dottor Massimiliano Fuggiano, che esercita la professione dall’ottobre del 2021. Si è laureato a Siena nel 2015, ha completato il corso di specializzazione nel 2019 e in attesa della convenzione ha fatto il medico di continuità assistenziale (ex guardia medica) - ruolo questo che continua a svolgere a Chiusi.

Dottore, per cominciare facciamo anche a lei la domanda con la quale ci piace cominciare tutte le nostre interviste: com’è stato il suo primo incontro con la professione di medico di medicina generale?
Ho iniziato a farlo in periodo pandemico, e questo ha sicuramente reso più difficile conoscere e gestire i pazienti: era più complesso fissare appuntamenti o anche solo conoscere le persone dal vivo. Inoltre ho cominciato con un numero di pazienti alto, e ho raggiunto poco dopo il massimale. Ho avuto bisogno di un po’ di tempo per adattarmi, ma i pazienti hanno subito capito le mie esigenze e mi sono venuti incontro. Si è quindi instaurato un bel rapporto fin dall’inizio, ed è proprio questo che cercavo nella medicina generale: un rapporto non solo professionale, ma anche e soprattutto umano con le persone. Da questo punto di vista il contesto aiuta perché Rapolano è un piccolo comune, dove spesso ci si incontra tutti i giorni e in un certo senso “ci si conosce tutti”. Ed è proprio questo che mi fa sentire più soddisfatto del mio lavoro, perché spesso a riconoscere questo rapporto e il suo valore sono proprio i pazienti, con mia grande gratificazione.

Quali sono le principali difficoltà con le quali fa i conti giorno per giorno?
Il “luogo comune” è che la professione coincida con l’ambulatorio, ma oggi è solo la punta dell’iceberg: ad esempio stamattina non avevo ambulatorio, ma ho passato la mattina tra visite domiciliari, contatti telefonici, richieste e così via - e io faccio tutto da solo, incluse le vaccinazioni. Senza contare la burocrazia, che porta via sempre più tempo alla pratica medica. Devo però dire che organizzandosi si può limitarne l’impatto. Ad esempio spesso io me ne occupo solo dopo l’ambulatorio: la mia regola è che in ambulatorio si fa ambulatorio, quindi faccio solo visite e mi occupo di chi ho di fronte, cercando di spostare le telefonate a prima o dopo. La persona che ho di fronte deve potermi sentire presente e disponibile. Secondo me è fondamentale l’organizzazione: è vero che con le varie incombenze tutte le mie giornate sono sempre dedicate al lavoro, dall’inizio alla fine, ma organizzandomi riesco a gestire tutto.

In conclusione, cosa vorrebbe migliorare per poter rispondere meglio alla domanda di salute dei suoi assistiti?
Una cosa che cerco di fare sempre è la presa in carico generale del paziente, quindi anche confrontarsi con specialisti e altri professionisti sanitari che lo visitano. Spesso sono io che telefono allo specialista per informarlo preventivamente, perché il ruolo del medico di medicina generale in questo è fondamentale. Dopo la visita specialistica però il paziente torna da me, e se io non ho un rapporto con lo specialista che ci consente di confrontarci e condividere ciò che pensiamo il processo di cura può risentirne, quindi vorrei una comunicazione più diretta e continuativa con specialisti ospedalieri e territoriali. Quando riesco a parlarci trovo persone sicuramente disponibili ma non è scontato riuscirci, e non perché non lo vogliano, ma perché oltre all’ambulatorio fanno attività in corsia o in sala operatoria, quindi non è facile trovare il modo di parlare con loro. Però secondo me sarebbe molto utile se lo si potesse fare più facilmente, sia per i medici di medicina generale che per i loro pazienti.

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