Agenas: futuro a tinte fosche per la medicina di prossimità - 18 maggio 2023

Medici di famiglia italiani, sempre meno e sempre più anziani

Entro il 2025 in Italia ci saranno 3.632 medici di famiglia in meno, portando il totale dai 40.250 del 2021 a 36.618 (-9%). Le regioni più colpite saranno Lazio (-584), Sicilia (-542), Campania (-398) e Puglia (-383), ma anche in Toscana nei prossimi due anni ne mancheranno 253, e nella nostra provincia se ne andranno tra i 40 e i 50 medici di famiglia - tra il 25 e il 30% del totale. I dati, decisamente allarmanti, provengono da un rapporto sulla medicina generale firmato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), e sottolineano come lo spopolamento degli ambulatori italiani è non solo in corso da tempo ma si sta anche aggravando, dato che nel 2002 c’erano oltre 46mila medici di famiglia in Italia.
Il motivo di questa desertificazione è un tasso di sostituzione insufficiente fra pensionamenti e nuove entrate. In pratica non si è considerato il numero di medici di famiglia che sarebbero andati in pensione prima di stabilire quanti ne sarebbero potuti entrare in servizio ogni anno: una situazione che le associazioni di categoria lamentano da tempo, e oltre a questo già nel 2021 i dati Agenas sottolineavano che il 75% dei medici di famiglia aveva più di 27 anni di anzianità. Era quindi evidente che sarebbe successo quello che ora è davanti agli occhi di tutti, ovvero che la “gobba pensionistica” avrebbe portato a un numero di pensionamenti molto alto e concentrato nel tempo, ma né i governi nazionali né le amministrazioni regionali hanno saputo rimediare. Al momento quindi l’Italia non solo ha un numero molto alto di medici di famiglia che fra poco abbandoneranno la professione, ma ne ha anche molti meno se si guarda a paesi come Francia e Germania, che nel 2021 potevano contare rispettivamente su 94mila e 85mila medici di medicina generale.
Questo indebolimento della medicina di territorio, che è il primo livello del Servizio sanitario nazionale ed è particolarmente importante per garantire il diritto alla tutela della salute ai cittadini italiani, sposta questa domanda di salute ai livelli superiori, con gravi disagi sia per i cittadini che per ospedali e specialisti. E non basterà aumentare i posti disponibili nei bandi, perché questa specializzazione è meno remunerativa e con un carico di lavoro molto superiore alle altre: l’unico modo per avere più medici di famiglia sarà quindi quello di rendere la professione più attrattiva, con strumenti di qualificazione professionale e di gratificazione economica. Da questo punto di vista i medici della provincia di Siena si sono mossi in anticipo rispetto ai colleghi delle altre zone d’Italia, predisponendo autonomamente sedi con personale dedicato per ottimizzare i carichi di lavoro, ma questo non può certo bastare. Senza una politica strutturale di investimenti e di rilancio della medicina di territorio le misure di autogoverno non potranno infatti rimediare a una situazione che si aggrava giorno dopo giorno.

 

(Photo credits: RDNE Stock Project/Pexels)

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