A tu per tu con... Luca Galzerano

Nato a Montevarchi nel 1987, laureato nel 2012, medico di famiglia dall’ottobre 2021 e oggi già “sovramassimalista” con più di 1.500 pazienti: Luca Galzerano è una delle nuove leve sulle quali la medicina generale di Siena potrà contare negli anni a venire.
Dottor Galzerano, cosa vuol dire essere un medico di famiglia dopo una pandemia globale?
Allora avevamo davanti due emergenze, i positivi e i pazienti cronici (che durante la fase acuta sono stati trattati solo da noi medici di famiglia): ce l’abbiamo fatta solo perché potevamo contare su associazioni proprie come gruppi e cooperative, che ci hanno permesso di mettere in comune le risorse. Ora la pandemia c’è ancora, e il nostro carico di lavoro si è ingigantito visto che ci sono pochi medici a causa di una programmazione sbagliata, ancora tanti positivi e anche molti che presentano postumi da Covid. In tutto questo i pazienti cronici aumentano, dato che aumenta l’età media sul territorio.
- Ecco, il territorio: a Siena qual è la situazione della medicina generale?
La zona di Siena è meravigliosa ma è fatta di aree a bassa densità demografica, dove un medico di famiglia spesso è davvero l'unica risposta sanitaria per i suoi pazienti. E c’è una spinta politica a ridurre - se non addirittura a far sparire - la figura del medico di famiglia. I fondi per la medicina generale sono sempre meno di quelli che servirebbero, le aziende sanitarie controllano e ci impongono tutti i giorni scelte economiche che mettono un medico di fronte a una domanda ingiusta: risparmiare o fare l’interesse del paziente?
- Quali sono i problemi che le impediscono di assistere al meglio i suoi pazienti?
Abbiamo così tanto tempo? (ride) Un problema veramente enorme è quello della burocratizzazione. Anneghiamo nella carta, e non certo perché ci manchino gli strumenti digitali: questo va a discapito dei nostri pazienti, perché ci sottrae tempo che potremmo e vorremmo dedicare a loro.
- Come vede i prossimi anni per la professione quotidiana e per i suoi colleghi?
Vedendo come faceva il medico di famiglia mio padre mi sono convinto del fatto che la medicina generale è la base su cui si regge tutto il sistema sanitario italiano. Non lo dico con presunzione: dobbiamo sempre essere all’altezza di questo ruolo, anche mettendoci in discussione. Mi preoccupa la mancanza di consapevolezza che possono avere alcuni colleghi, la mancanza di spinta all’associazionismo e il pessimismo verso il domani, quello si. Spero che il PNRR faccia evolvere davvero la medicina generale e tutta la sanità: tutto sta nel vedere come verranno impiegate le risorse.

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