Visite ed esami specialistici: il ruolo del medico di famiglia

Il MMG anche come mediatore tra cittadini e servizio sanitario

I medici di famiglia hanno il compito di richiedere visite o esami specialistici per i loro pazienti perché sono il primo punto di contatto tra sistema sanitario e cittadinanza. In base alla gravità del quadro che ha davanti, un medico può dare alle richieste una tra quattro classi di priorità: U (urgente, il prima possibile e non oltre i tre giorni), B (breve, entro 10 giorni), D (differibile, entro 15/30 giorni per visite e 60 per accertamenti) e P (programmata, entro 120 giorni). Non può però farlo in completa autonomia, dato che deve anche rispettare dei criteri fissati dalle ASL in modo che le necessità di tutti vengano soddisfatte il prima possibile.
Nonostante questo il sistema sanitario nazionale ha sempre più difficoltà a soddisfare le richieste specialistiche, e questo per molti motivi: il più importante è l’aumento dell’età media e della speranza di vita, che porta a un progressivo invecchiamento della popolazione e quindi al bisogno di più prestazioni. La sanità pubblica si sta adattando a questo, ma non può farlo rapidamente e deve farlo di continuo, dato che cambiano senza sosta le condizioni in cui agisce. Per affrontare la situazione talvolta le ASL rispettano le priorità, ma senza rispettare anche un criterio di vicinanza: una prestazione urgente può essere fissata entro tre giorni, ma a 150 km di distanza, e se il paziente non può arrivarci è come se avesse volontariamente mancato l’appuntamento. Quindi il sistema ha impiegato risorse e tempo, il paziente non ha avuto quello di cui aveva bisogno e il posto è rimasto vuoto per tutti: una situazione che - come il non cancellare appuntamenti fissati da tempo, ma ai quali si sa che non si andrà - genera sprechi di denaro pubblico, liste d’attesa più lunghe e un vero e proprio circolo vizioso, che può spingere tanti verso prestazioni private o in intra moenia.
Soffrire di una qualsiasi patologia, o dover aspettare per sapere se è cosi, è una condizione difficile che merita rispetto e attenzione assoluti, ed è solo grazie al rapporto di fiducia reciproca con il suo assistito che il medico di medicina generale può comprendere la situazione, inquadrarla obiettivamente e applicare al meglio il suo giudizio e la sua professionalità. Solo così potremo far incontrare nel migliore dei modi la domanda di salute del cittadino, i doveri del medico di famiglia e le caratteristiche del sistema sanitario pubblico, che è e rimane un patrimonio da tutelare.

 

(Photo credits: National Cancer Institute/Unsplash)

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