A tu per tu con... Eleonora Canestrelli

Sesto appuntamento con i giovani medici di famiglia

Nell’ultimo appuntamento per il 2022 con i giovani medici di medicina generale del territorio andiamo in
Valdichiana, dove esercita la Dottoressa Eleonora Canestrelli. Si è laureata e abilitata nel 2014 a Siena e
ha sempre lavorato sul territorio della nostra provincia, particolarmente nelle zone di Montepulciano,
Pienza, Sinalunga, Torrita e Trequanda come sostituta o con incarichi di guardia medica.


Dottoressa, com’è stato per lei l’incontro con la professione di medico di medicina generale e quali
differenze ci sono state tra le sue aspettative e la realtà dei fatti?


Come la maggior parte dei miei colleghi provengo da anni di affiancamento di medici più esperti,
sostituzioni e turni di guardie mediche: questo mi ha permesso di perfezionare la mia formazione. In
questo momento lavoro sullo stesso territorio da circa due anni, inizialmente con un incarico temporaneo
e successivamente tramite convenzione. Noi medici di medicina generale abbiamo un ruolo del tutto
particolare per i nostri pazienti: visto il rapporto di fiducia che abbiamo con loro, la frequenza e la
continuità di cura siamo nella condizione più favorevole per una comprensione clinica globale della
persona, e cerchiamo ogni di adottare un approccio “centrato sul paziente”.
In questo periodo di pandemia purtroppo è stato più facile cadere in gesti di distanza e di asimmetria che
hanno reso difficile la relazione e più vulnerabile il paziente. Questo per me è stato l’ostacolo più grande:
il dover conoscere ex novo i pazienti, acquistarne la fiducia e diventare per loro un punto di riferimento in
brevissimo tempo.


Quali sono i problemi più grandi con i quali fa i conti nella sua attività quotidiana?


Ogni giorno ci scontriamo con un grande carico lavorativo: le ore dedicate allo svolgimento delle visite
ambulatoriali, va ricordato, rappresentano solo una parte del nostro mestiere. Ci sono poi le telefonate, i
messaggi e le mail, le visite domiciliari (programmate o meno), la valutazione dei pazienti residenti nelle
RSA e in Ospedale di Comunità, le campagne di vaccinazione e così via. Per non parlare della burocrazia,
che è sempre più articolata e gravosa e che quindi toglie sempre più tempo alla pratica medica vera e
propria. Insieme ai miei colleghi dell’associazione cerchiamo costantemente di trovare soluzioni pratiche
per essere più efficienti, come la recente implementazione delle linee telefoniche e delle postazioni di
segreteria del centro. La pandemia però ci ha costretto a rivalutare le priorità e ha imposto nuovi assetti
organizzativi che saranno difficili da scardinare anche dopo questo particolare periodo, come l’accesso in
ambulatorio previo appuntamento. Naturalmente questo discorso non è applicabile alle urgenze, che
vengono valutate sempre nel minor tempo possibile.


E per concludere, cosa vorrebbe cambiare o migliorare per poter soddisfare al meglio la domanda
di salute dei suoi pazienti?


Credo che l’obiettivo di noi Medici di Medicina Generale debba essere il conseguimento e il
mantenimento del miglior livello di cura individuale possibile. Per questo vorrei riuscire a dedicare più
tempo alla valutazione clinica: magari con il supporto di strumenti diagnostici di primo livello, come
l’ecografo o l’elettrocardiografo. Questo mi permetterebbe, in alcuni casi, di fare una diagnosi immediata
e di impostare più velocemente le terapie utili al paziente, e allo stesso tempo si eviterebbe anche di
sovraccaricare la struttura ospedaliera, con un risparmio di tempo e di risorse per la collettività e un
vantaggio non da poco per il paziente.

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