Ricette digitali, l’infrastruttura statale non regge.

Protestano i medici di famiglia: “siamo vittime quanto i cittadini”.

A partire dal 2025 diventeranno elettroniche tutte le ricette mediche, quindi non solo quelle “rosse” per i farmaci a carico dello Stato, ma anche quelle “bianche” per i farmaci a carico del cittadino. Una sorta di prova generale c’è stata nell’ultimo mese, ma il sistema informatico che genera le ricette si è bloccato più volte: una situazione che medici di famiglia e cittadini hanno subito allo stesso modo e che ha reso impossibile lavorare ai primi e ai secondi di usufruire di un pubblico servizio.

In teoria il passaggio alle ricette elettroniche porta solo vantaggi perché i medici di famiglia possono generarle e inserirle nel sistema allo stesso tempo e i cittadini le ricevono immediatamente via mail o sms, e possono quindi passare in farmacia con il solo telefono o prenotare prestazioni da casa. Ma ogni novità porta svantaggi oltre che vantaggi, e da questo punto di vista “dematerializzare” tutte le ricette non solo può creare problemi ai cittadini più anziani ma rischia di sovraccaricare il sistema di generazione delle ricette. Cosa che puntualmente è avvenuta: negli ultimi 30 giorni il sistema, che è controllato al 100% da una società del Ministero dell’Economia, si è bloccato più volte e per periodi che possono durare anche ore – e ogni volta i medici non hanno potuto fare altro che comunicare ai loro pazienti che avrebbero dovuto ritirare di persona le loro ricette. Inoltre, ogni volta che il sistema nazionale è tornato attivo ha dovuto sincronizzarsi con quello regionale e il lavoro arretrato, non di rado, ha creato problemi all’infrastruttura delle Asl toscane. Risultato? Un nuovo blackout digitale. Per un medico di famiglia – che è già oberato da un carico burocratico immane, che toglie tempo all’effettiva pratica medica – dover aspettare che il sistema torni disponibile per lavorare è intollerabile, così come lo è per i cittadini dover subire un simile disservizio.

Il Dipartimento di Sanità digitale della Regione ha più volte segnalato a Roma la necessità di mettere mano al sistema ma senza risultato, e questo nonostante il problema non riguardi solo la Toscana ma tutte le Regioni d’Italia: l’ennesimo disservizio che mina la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario e in una fase nella quale la sanità pubblica è già in crisi conclamata. “Non reggiamo più”, è stato il laconico commento di Niccolò Biancalani, segretario toscano del sindacato Fimmg: un messaggio eloquente se si considera che i medici di famiglia sono da tempo una delle categorie professionali più neglette di tutto il sistema sanitario.

(Photo credits: Pixabay/Pexels)

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