Pochi medici di famiglia, è emergenza nei comuni montani

Un problema che purtroppo non è più solo delle aree remote

La mancanza di medici di medicina generale è sempre più diffusa, a causa di una programmazione amministrativa miope e di una burocrazia sempre più oppressiva, ma ci sono luoghi dove è già una vera e propria emergenza. Parliamo dei comuni montani, i cui Sindaci sono ormai costretti ad inseguire questi professionisti, i direttori delle Asl e gli assessori regionali per cercare di garantire un primo presidio sanitario nei loro comuni. Un problema che però non è limitato alle aree remote, perché si fa sentire anche nella nostra provincia.

Per quanto riguarda i comuni montani a suonare l’allarme è stata l’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani (Uncem), il cui Presidente Marco Bussone ha affermato che “i Sindaci non possono essere lasciati soli in questa avventurosa ricerca di medici di base. I cittadini sono insicuri, di fronte a notizie di pensionamenti di chi da sempre li segue e accompagna. E allora, o si cambia completamente l’assetto del medico di medicina generale, o comunque servono risposte urgenti del Ministero. […] Senza medici il sistema sanitario implode, e la pandemia dovrebbe avercelo insegnato. Ora serve uno scatto politico per non lasciare Sindaci e cittadini soli”. I Sindaci, nonostante siano formalmente un’autorità sanitaria, si trovano quindi a dover gestire le conseguenze di uno stato di cose che non hanno provocato, e a meno di un drastico cambiamento quello che sta succedendo in quei comuni oggi succederà in molti altri domani. Dato che ci sono molti meno giovani medici di quanti il sistema richiede chi si è appena formato non ha alcun interesse a scegliere zone viste come poco desiderabili per il proprio futuro: in comuni come Montepulciano o Follonica, ad esempio, già da alcuni anni ci sono posti che non vengono coperti. Una possibile soluzione tampone sarebbe permettere la pratica ai medici che stanno facendo il corso di formazione in medicina generale, ma per loro c’è un limite massimo di mille pazienti, che tra l’altro le Asl spesso non rispettano. Una cattiva gestione amministrativa sta quindi trasformando un problema contingente e immediato in uno di lungo periodo, costringendo i medici a non poter seguire adeguatamente tutti i loro pazienti e i sindaci a svolgere compiti che non gli competono.

Questa dinamica è purtroppo visibile su tutto il territorio nazionale, e senza decisioni drastiche e impegni di spesa tangibili da parte dello Stato non farà che peggiorare: se non verrà preso alcun provvedimento si calcola che nei prossimi 5 anni fino a 15 milioni di italiani rimarranno senza un medico di riferimento. I medici di famiglia toscani stanno cercando di siglare con la Regione Toscana un accordo integrativo che abbia risorse incrementabili nel tempo, in modo da poter pianificare al meglio la copertura dei cittadini nelle aree più scoperte, ma senza un impegno concreto da parte del governo i bilanci regionali non potranno sostenere il peso di questa situazione, neanche nel caso di quelle più virtuose.

(Photo credits: LigaDue/Wikimedia Commons)

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