Medici di famiglia per zone carenti e disagiate, c’è l’intesa

Siglato un accordo fra Regione e sindacati della medicina generale

Sono molte le zone della Toscana nelle quali la mancanza di medici di famiglia è un problema reale: come è noto ci sono sempre meno professionisti di questo tipo in Italia, quindi quelli rimasti spesso non hanno alcun incentivo a muoversi verso zone di montagna, isole o anche solo luoghi nei quali la vita costa di più. È per questo motivo che l’accordo recentemente siglato fra Regione Toscana e sindacati dei medici di famiglia è molto importante: ma cosa prevede nel dettaglio?

Prima di tutto è necessario premettere che la Toscana ha una mappa delle zone disagiate e carenti dal 2001 e prevede incentivi per i medici in servizio tra isole e Appennini, ma con il nuovo accordo le cosiddette zone “disagiatissime” sono state ridotte al minimo (piccole isole come Capraia e il Giglio) e sono state invece ampliate quelle disagiate e parzialmente disagiate, tenendo conto di nuovi parametri per definirle come la scarsità di popolazione, ma anche l’incidenza di cittadini anziani o la distanza di ogni studio medico da un Pronto Soccorso. Inoltre sono state ridefinite anche le zone con “prolungata carenza assistenziale”: tutte quelle dove, indipendentemente dal resto, un medico di famiglia è o assente o è troppo lontano dai suoi assistiti. La Regione ha poi acconsentito a disporre aiuti per tenere gli ambulatori dei medici aperti più a lungo, oltre a offrire incentivi per chi aprirà lo studio in alcune delle zone individuate dalla nuova mappa. La somma stanziata è corposa, visto che si aggira intorno ai 950mila euro all’anno, e l’accordo prevede anche che le Asl incentivino i comuni a fornire ai medici i locali dove svolgere la propria attività o dove risiedere. Come sottolineato dal Presidente Fimmg Toscana Niccolò Biancalani, in Toscana c’è fortunatamente un numero proprozionale di carenze inferiore al resto d’Italia, ma sono comunque molte le zone a bassa densità abitativa e ricche di frazioni: quindi questi incentivi potrebbero davvero fare la differenza per spingere un giovane professionista ad aprire il suo studio in una di queste. Tante di queste zone sono anche nel territorio della nostra provincia: Siena ha infatti la seconda densità abitativa più bassa della regione, con 68 abitanti per km quadrato – quasi un quinto di quella di Firenze e meno di un decimo di quella di Prato.

In un contesto come quello attuale, dove per almeno i prossimi tre anni i pensionamenti dei medici di famiglia saranno ancora più dei nuovi ingressi in servizio, soluzioni come quella adottata dalla Regione e dai sindacati dei medici di medicina generale saranno fondamentali per cercare di garantire il diritto alla salute a quanti più cittadini possibile. Rendere la professione quanto più appetibile possibile quando mancano medici di famiglia (e i pochi rimasti hanno sempre più pazienti) non è certo facile, ma scelte come questa possono senz’altro rappresentare un passo avanti verso una soluzione.

(Photo credits: Kraken Images – Unsplash)

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