Le cooperative mediche toscane dialogano con la Regione

Come ottimizzare le risorse per dare più risposte ai cittadini

Più di vent’anni fa i medici di medicina generale toscani hanno creato delle cooperative per ampliare le loro forme associative, organizzare servizi, migliorare la loro professione e soprattutto per rispondere al meglio alla domanda di salute dei loro pazienti: un processo a costo zero per i conti pubblici e che ha dato indubbi vantaggi ai cittadini, ma che ora è messo seriamente in difficoltà dall’aumento dei costi. Un problema che può essere risolto tramite una collaborazione più sinergica con l’amministrazione regionale.

Ma come?

Le cooperative di servizi dei medici di famiglia hanno portato molte novità per i pazienti: dalla loro creazione ad oggi sono state migliorate sedi – o ne sono state costruite da zero – con la presenza di più medici e orari di accesso più ampi, sono state istituire segreterie e servizi infermieristici ed è stata sperimentata la diagnostica di primo livello negli studi. Il tutto senza alcun costo aggiuntivo per la collettività, e il successo di questa novità è stato confermato anche dal contratto di rete che ben dodici cooperative mediche toscane hanno siglato per mettere a sistema strumenti, risorse e migliori pratiche per i loro 780.000 pazienti. Un’innovazione senza precedenti in Italia.

Purtroppo, però, la crisi del Sistema Sanitario Nazionale non ha risparmiato la Toscana: l’invecchiamento della popolazione e il conseguente aumento verticale delle malattie croniche, la carenza di professionisti e un sottofinanziamento ormai cronico, peggiorato dall’inflazione, sono solo alcuni dei problemi da risolvere e non ci si può aspettare che i medici possano farlo da soli. Nel corso degli anni i soci delle dodici cooperative mediche toscane hanno ad esempio messo a disposizione dei loro pazienti quasi 400 operatori tra infermieri e personale di supporto, e quasi 300 sono assunti come dipendenti. Un servizio pubblico che il contributo previsto dall’accordo collettivo dei medici di famiglia non ha mai coperto per più della metà: il resto è sempre stato pagato dalle cooperative, ma a causa del rinnovo contrattuale dei dipendenti la spesa complessiva aumenterà di quasi il 10% nei prossimi due anni, rendendola difficilmente insostenibile se la si aggiunge all’aumento dei costi dovuto all’inflazione.

È per questo motivo che una delegazione delle cooperative toscane ha chiesto e ottenuto un incontro con l’Assessore regionale alla Salute Simone Bezzini, in modo da condividere con l’amministrazione i molti problemi della professione medica odierna e segnalare come le cooperative possono svolgere un ruolo chiave per le Aggregazioni Funzionali Territoriali dei medici di famiglia, rafforzando la medicina territoriale e garantendo standard omogenei sul territorio per massimizzare l’efficienza del Servizio Sanitario Regionale. Una prospettiva ben accolta dall’Assessore, così come la proposta di affidare ai medici di famiglia servizi prima esternalizzati dalla Regione (come screening per patologie tumorali, vaccinazioni e test diagnostici), in modo che possano eseguirli col supporto dei fattori produttivi forniti dalle cooperative e quindi “accorciando” la filiera. All’atto pratico, quindi, in questo modo si può fare di più con lo stesso quantitativo di risorse.

La sanità toscana ha una lunga storia di eccellenza a livello nazionale, e non è un caso che proprio qui siano nati alcuni dei casi studio più rilevanti per le cooperative mediche di servizi: una collaborazione proficua tra amministrazione regionale e associazioni di medici di famiglia può quindi massimizzare la resa di ogni Euro stanziato per la salute pubblica,  perché il risultato ultimo sarà una risposta migliore alla sempre crescente domanda di cura e di assistenza dei cittadini.

(Photo credits: Ufficio stampa CRT)

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