IL CASO DEI CERTIFICATI PER LE ASSENZE SCOLASTICHE
Tra i moltissimi adempimenti burocratici richiesti ai medici di famiglia i certificati medici per le assenze da scuola hanno spesso un ruolo non indifferente, specialmente nel periodo invernale. Questo perché non sono un compito richiesto a livello contrattuale, a differenza dei certificati di malattia per i lavoratori, e si aggiungono ad un carico burocratico che costringe i medici a dedicare sempre più tempo alla produzione di “scartoffie” e sempre meno all’effettiva pratica medica. Come se non bastasse, poi, spesso ci si trova a dover mediare fra istituzioni e legislazione, creando disagi ai pazienti: proprio come succede in Toscana per i certificati medici per le assenze da scuola sopra i cinque giorni, che non sono più previsti dalla legge ma continuano ad essere richiesti da alcuni dirigenti.
La legge regionale numero 8 del 28 febbraio 2023 ne ha infatti abolito l’obbligo, ma nonostante questo – a otto mesi di distanza – alcune scuole continuano a richiederli agli alunni per consentire il rientro a scuola o per evitare contestazioni per eccesso di assenze per malattia. C’è poi un ulteriore paradosso: un medico non può, a norma di legge, certificare il bisogno di un riposo a casa per malattia senza una visita, ma è tecnicamente impossibile certificarlo quando gli alunni sono già guariti. Nonostante questo, però, le scuole continuano a richiedere i certificati, e i genitori devono chiedere al medico di famiglia di svolgere un servizio che non è parte dei suoi compiti e che la legge regionale ha dichiarato non obbligatorio. Quindi i cittadini devono pagare un documento non più necessario e il medico deve dedicare tempo alla sua creazione invece di prescrivere farmaci e compiere visite.
Si tratta, come purtroppo succede spesso nel nostro Paese, di una situazione paradossale e illogica: ma finché gli enti regionali preposti non scioglieranno questo nodo i certificati per assenza scolastica saranno l’ennesima adempienza burocratica che impedisce ai medici di famiglia di fare i medici e li costringe ad essere produttori di carta. Ovvero uno dei motivi principali per i quali la carriera in medicina generale è sempre più snobbata dai neolaureati in medicina, costringendo i professionisti rimasti ad avere sempre più pazienti – e quindi a poter dedicare meno tempo a ciascuno di loro – e sempre più cittadini a rimanere senza un medico di famiglia di riferimento.
(Photo credits: Wesley Tingey/Unsplash)