A certificarlo la Fondazione Gimbe: insufficienti gli aumenti
Nelle ultime due settimane il Governo ha difeso a spada tratta le sue decisioni in tema di finanziamento della sanità pubblica, facendo notare che il fondo dedicato al sistema sanitario è stato aumentato. Questo è senza dubbio vero, ma il dato giusto da guardare non è quello e a ribadirlo è stata la Fondazione Gimbe, in audizione presso le Commissioni Bilancio delle Camere.
La Fondazione, che è presieduta da Nino Cartabellotta, è un centro studi che da più di 25 anni analizza a fondo tutto quanto ha a che fare con il “sistema salute” dell’Italia: è un’autorità indiscussa in materia, ed è per questo che le Commissioni Bilancio hanno voluto sentire il parere del’ente sui rifinanziamenti del fondo sanitario nazionale. Il verdetto? “Il Disegno di Legge sulla Manovra 2025 è molto lontano dalle necessità della sistema sanitario”, perché le risorse non solo non bastano a risollevare un sistema sanitario in affanno ma non sono nemmeno sufficienti a finanziare le misure previste dalla Manovra stessa. Secondo Cartabellotta gli importi del rifinanziamento sono anche presentati in modo fuorviante e non sottolineano abbastanza lo scarto tra quanto il Governo ha stanziato e quanto sarebbe necessario per garantire in maniera equa il diritto alla tutela della salute. “Soprattutto – ha rilevato Cartabellotta – emerge chiaramente la riduzione degli investimenti per la sanità rispetto alla ricchezza prodotta dal Paese, segno che il rafforzamento del sistema sanitario e la tutela della salute non sono una priorità nemmeno per l’attuale Governo”.
La confusione generata dai numeri presentati da una parte e dall’altra è tutta qui: il dato che indica davvero quanto si investe in sanità non è infatti il numero di miliardi di Euro, ma quale percentuale del Prodotto Interno Lordo rappresentano. Se si osserva questo indicatore il fondo sanitario diminuisce dal 6,12% del 2024 al 6,05% nel 2025 e 2026, per poi scendere addirittura sotto il 6% fino al 2030 – una percentuale nettamente inferiore alla media europea, che è di quasi il 7%. Un trend discendente che la politica ha avviato dal 2012 e che cozza col fatto che ogni anno la spesa sanitaria cresce fisiologicamente per effetto del costo di farmaci e tecnologie sanitarie, invecchiamento della popolazione e inflazione.
“È ormai tempo di rimboccarsi le maniche evitando di fare della sanità un campo di battaglia politica. Perché senza un adeguato potenziamento del Ssn con adeguate risorse e coraggiose riforme di sistema, non resterà che assistere impotenti al suo declino”, ha concluso il Presidente della Fondazione Gimbe. Il sistema sanitario italiano è una conquista inestimabile per tutti gli italiani e mantenerlo ha un costo che dobbiamo essere tutti pronti a pagare, o l’alternativa sarà una sanità solo per chi può permettersela.
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