Visite a domicilio, come stanno le cose?

Quando e come il medico è tenuto a svolgerle (e quando no).

Quando si parla di medici di famiglia le visite domiciliari sono uno degli argomenti più frequenti e più spinosi: molti infatti ritengono che questi professionisti starebbero venendo meno ai loro obblighi quando non eseguono determinate visite, o lo fanno in un secondo tempo rispetto alla richiesta dei pazienti. Ma come stanno davvero le cose, carte alla mano?

Le visite a casa – come gli altri compiti dei medici di medicina generale – sono disciplinate dall’Accordo Collettivo Nazionale, che è il contratto della categoria. È lì che sono stabilite cose come le ore di apertura degli studi medici (che non sono le ore di lavoro totali), come i cittadini possono scegliere il proprio medico e il trattamento economico dei professionisti. Per quanto riguarda le visite i termini sono molto chiari: non sono “dovute” in senso assoluto e in ogni circostanza ma solo dietro una richiesta chiaramente motivata, che dev’essere giudicata dal medico per capire se i motivi addotti da chi la richiede sono conformi a quanto stabilito dal contratto. Inoltre l’ammalato non dev’essere trasportabile con i mezzi comuni, e soprattutto bisogna considerare che il medico di famiglia non è istituzionalmente preposto a soddisfare le urgenze. Non a caso le visite domiciliari vengono effettuate in giornata o entro le 12 del giorno successivo – proprio perché per le urgenze il Servizio Sanitario prevede che i cittadini si servano della guardia medica o dei Pronto Soccorso.
Molti dicono che “una volta” le visite domiciliari venivano svolte molto più frequentemente di oggi, e quindi qualcosa non tornerebbe. La differenza tra un idilliaco ieri e un oggi effettivamente difficile c’è, ed è un insieme di dati di fatto dei quali non si può non tener conto. Uno dei più rilevanti è la mutata percezione del bisogno di salute dei pazienti, che oggi è meno realistica di quella del passato: per molti ogni problema, vero o presunto, deve avere una soluzione veloce e semplice, che sia un farmaco o un esame specialistico, e senza di questa ogni decisione – da una nuova terapia a l’inserimento di un paziente anziano in Assistenza Domiciliare – è vista come insufficiente. Questo non solo non è compatibile con la scienza medica ma può creare problemi ben maggiori di quelli che vorrebbe risolvere, come l’abuso di antibiotici che ha contribuito a creare l’antibiotico-resistenza.

Il bisogno di salute delle persone è sacrosanto, ed è compito dei professionisti del Sistema Sanitario tenerne sempre di conto e rispettarlo: ma è anche compito dei pazienti capire che non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, e che la medicina è in ultima analisi sempre un compromesso tra appropriatezza, bisogni e possibilità.

(Photo credits: Antoni Shkraba Studio/Pexels)

Torna in alto