Medicina difensiva, prorogato lo scudo penale

I medici italiani: “vogliamo solo fare bene il nostro lavoro”

Tra i molti problemi che i medici italiani affrontano nella loro quotidianità ce n’è uno che non solo li riguarda potenzialmente tutti, ma che potrebbe “piovere loro” tra capo e collo per mancanze o errori di altri. Stiamo parlando delle cause per responsabilità sanitaria: negli ultimi anni sono cresciute di numero fino a diventare uno dei molti motivi per i quali fare il medico in Italia è sempre meno attrattivo, al punto che la Federazione dei medici ed odontoiatri italiani, la Fnomceo, ha chiesto e ottenuto al governo una proroga dello scudo penale inaugurato durante la pandemia. Ma per quali motivi è una misura così necessaria?

Il primo punto da tenere presente è che il 95% di tutte le cause per responsabilità sanitaria che coinvolgono i medici finiscono con l’assoluzione o l’archiviazione: tuttavia molte di queste vengono intentate a causa di problemi che effettivamente esistono, ma che non sono causati direttamente dai medici – come la mancanza di personale, il dover usare strumenti obsoleti o il tentativo di lasciare meno cittadini possibile privi di un medico di famiglia in zone dove ve ne sono sempre di meno. Tuttavia i medici, in quanto parti in causa, si troverebbero comunque a dover fare i conti con un procedimento giudiziario sicuramente lungo, visti i tempi della giustizia, e sicuramente costoso. Di conseguenza molti di loro reagiscono a questo pericolo potenziale in due modi: il primo è quello di richiedere esami o approfondimenti clinici anche quando pensano che non ce ne sia veramente bisogno, perché così facendo il paziente – che non di rado è già “convinto” della diagnosi prima di parlare col medico – non potrà rifarsi apertamente con lui o lei. Il secondo, più semplicemente, è quello di non cominciare una carriera in una specializzazione che è spesso colpita da cause per responsabilità sanitaria, come ad esempio medicina d’urgenza. Il danno è comunque fatto, perché nel primo caso si aumentano senza un reale bisogno i costi a carico del Servizio sanitario e si allungano le liste d’attesa per tutti gli altri cittadini, mentre nel secondo si aggrava il bisogno di professionisti proprio in quei settori nei quali è la mancanza di personale a rendere l’attività così rischiosa, faticosa e non di rado anche fisicamente pericolosa.

Con la proroga dello scudo penale fino al dicembre 2024, pur non privando certo i cittadini della tutela della legge nel frattempo, questi rischi per la classe medica sono allontanati, almeno per qualche tempo. Rimane però il fatto che senza un piano di investimenti e una pianificazione del personale che tenga davvero di conto le istanze dei medici, a soffrirne le conseguenze saranno non tanto e non solo i “camici bianchi” ma tutto il Sistema sanitario nazionale, e quindi la collettività.

(Photo credits: WilliamCho/Pixabay)

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