Un nuovo tipo di sanità territoriale: le Centrali operative

35 sono già attive in Toscana, e saranno 37 a Settembre

Una delle missioni cardine del PNRR è quella dedicata alla sanità, e in larga parte ruota intorno alla sanità territoriale. Solo migliorando il rapporto tra strutture ospedaliere e gli altri soggetti sanitari del territorio è infatti possibile migliorare l’efficienza del Sistema sanitario, ed è proprio questo il compito delle 35 Centrali operative territoriali (Cot) che la Regione Toscana ha attivato ufficialmente lo scorso mese. Ma perché le Centrali sono così importanti, e quali sono le loro funzioni?

Un primo dato: il progressivo aumento dell’età media in Italia ha contribuito molto alla diffusione di patologie croniche, che possono alternare fasi acute ad altre più stabili. In questo scenario diventa molto importante poter seguire al meglio un cittadino dopo la sua dimissione da un ospedale e garantirgli continuità nell’assistenza, perché facendolo non solo si aumenta la sua qualità di vita ma si limita il rischio di futuri ricoveri. In questo scenario le Cot agiranno da “centri di coordinamento”, per così dire, fra ospedali, specialisti e medici di famiglia: riceveranno infatti le richieste per i casi da seguire dagli ospedali dopo la dimissione di un paziente, attiveranno percorsi di assistenza verso le cure intermedie e garantiranno che la comunicazione tra tutti i professionisti sanitari coinvolti nella sua cura sia continua ed efficace. Può sembrare un processo secondario, ma in realtà la funzione delle Cot è fondamentale per evitare sia ricoveri inappropriati che futuri problemi di salute dei cittadini, garantendo loro un percorso di cura che vada oltre il binomio casa-ospedale. Di norma ogni Cot avrà a disposizione sia personale infermieristico che un medico di comunità, un assistente sociale ed eventualmente anche un fisioterapista: i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta attivi in ogni area potranno quindi rivolgersi a loro per segnalare casi da seguire, pur continuando a gestire in esclusiva l’attività clinica e la terapia medica, mentre gli ospedali faranno l’opposto durante la dimissione di un paziente, lavorando di concerto con tutti i soggetti coinvolti.

Come per ogni novità, è importantissimo che l’implementazione delle Cot nel corso del tempo sia ben fatta, perché altrimenti non riusciranno a risolvere il problema che vorrebbero risolvere. Da questo punto di vista la cosa fondamentale è che i medici di famiglia, in quanto responsabili unici della terapia, vengano coinvolti al meglio e per tempo dalle Cot per ogni loro paziente interessato. Questo non può non includere anche la cosa più importante, ovvero il tipo di assistenza post-ospedaliera a cui i cittadini verranno destinati: che si tratti di un percorso di cure domiciliari, di assistenza integrativa o di supporto socio-assistenziale, una catena di comunicazione efficiente fra medici di famiglia e responsabili Cot è la chiave di volta del progetto, perché senza di essa il medico curante non potrà fare le scelte migliori per la salute del suo paziente.

(Photo credits: Toscana Notizie/Regione Toscana)

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