GENDER GAP, DONNE IN SANITÀ GUADAGNANO IL 24% IN MENO RISPETTO AGLI UOMINI.
Il report Oms ci consegna questa brutta realtà.
Il dato ancora più allarmante è che le madri che lavorano nel settore sanitario e assistenziale sembrano subire ulteriori penalizzazioni. Basti pensare che in Italia il 75% delle attività di cura dei figli è nelle mani delle donne e questo si traduce in una forte diseguaglianza sul mercato del lavoro. Nel bilancio di genere, secondo i dati Istat, nel nostro Paese se sei una donna in età fertile, ovvero tra i 25 e i 49 anni e non hai figli, il tasso occupazionale è altissimo, al 73,9%. Se ne hai uno al di sotto i sei anni scende di venti punti, al 53,9% e se, nelle stesse condizioni, vivi al Sud, la percentuale crolla al 35%. Secondo il report, infatti, durante gli anni riproduttivi di una donna, il divario retributivo aumenta in modo significativo. Queste lacune poi persistono per il resto della vita lavorativa. Il rapporto osserva che una condivisione più equa dei doveri familiari tra uomini e donne potrebbe, in molti casi, portare le donne a fare scelte professionali diverse. Il rapporto rileva inoltre che i salari nel settore sanitario tendono ad essere complessivamente inferiori rispetto ad altri settori economici. E questo dato è coerente con la constatazione che i salari sono spesso più bassi nei settori economici in cui le donne sono predominanti. Nonostante la pandemia di Covid e il ruolo cruciale svolto dagli operatori sanitari e assistenziali, si sono registrati solo miglioramenti marginali nella parità retributiva tra il 2019 e il 2020.