LE COOPERATIVE DI MEDICI DI FAMIGLIA E IL PROGETTO CV PREVITAL
Lo scorso giugno, con l’arruolamento del primo partecipante, ha preso il via un progetto di ricerca nazionale senza precedenti: si chiama CV Prevital e si propone di dimostrare scientificamente, con l’uso di un’app per smartphone, l’efficacia di un sistema per la prevenzione cardiovascolare su cittadini italiani over 45 che non hanno subito un evento cardiaco o cerebro-vascolare. I promotori del progetto sono 14 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), tra i quali il Mario Negri e il Centro Cardiologico Monzino di Milano, che fanno parte della Rete Cardiologica nazionale e che, per coinvolgere al meglio il campione di 80mila persone rappresentativo e il più largo possibile della popolazione, hanno deciso di richiedere il supporto delle cooperative di medici di famiglia.
Un numero così alto di partecipanti con il profilo richiesto sarebbe infatti stato fuori dalla portata degli istituti, e sarebbe stato impossibile pensare di coinvolgere i singoli medici di famiglia per identificare tra i propri pazienti i soggetti adatti per lo studio. La Rete Cardiologica ha quindi chiesto il supporto del Consorzio Sanità, un raggruppamento di 38 cooperative di medici di medicina generale che esiste da oltre 25 anni e che assiste circa 5 milioni e 250mila cittadini, di cui fa parte anche la Cooperativa Medici 2000.
È così che i medici di medicina generale soci che operano nelle Case della Salute di Siena, di Montepulciano e di Colle Val d’Elsa hanno supportato il progetto CV Prevital, diventandone protagonisti: grazie agli strumenti, ai servizi e al personale forniti direttamente dalle cooperative tramite i loro Centri Sanitari Polifunzionali, i medici hanno infatti contribuito a portare avanti lo studio sul territorio e a raccogliere i risultati in due banche dati interoperabili, risultando nella fase più avanzata del progetto a livello nazionale.
Questa collaborazione, oltre che essere di grande soddisfazione, ha tre esiti preziosi per il nostro territorio: per prima cosa, lo studio CV Prevital potrà infatti fornire alla ricerca conoscenze importanti sul contributo che le app possono dare alla modifica dei fattori di rischio e degli stili di vita non corretti, grazie a dati raccolti anche direttamente sulla popolazione locale ed elaborati su base regionale. Secondariamente, il network di ricerca cardiovascolare e la sua struttura di elaborazione dati rimarranno a disposizione degli Istituti di Ricerca per progetti futuri, così come rimarranno attivi i rapporti con le cooperative e i medici di famiglia aderenti. Infine i medici di medicina generale potranno avere un supporto ulteriore nel loro lavoro di ogni giorno, che li vede impegnati nella rilevazione precoce dei fattori di rischio e di supporto ai pazienti nella modifica del loro stile di vita: grazie alla partecipazione a questi network di ricerca potranno infatti essere parte attiva nel percorso di presa in carico diagnostico e terapeutico – una caratteristica tipica degli Istituti di Ricerca e Cura.