MEDICI ITALIANI ALL’ESTERO, SONO PIÙ DI 21MILA

CONTINUA L’ESODO DI GIOVANI CAMICI BIANCHI IN ALTRE NAZIONI

Da oltre dieci anni sempre più medici italiani decidono di fare le valigie per andare in altri Paesi: un vero e proprio esodo, che – secondo i dati OCSE relativi al triennio 2019-2021 – ha raggiunto il numero record di 21.397 camici bianchi. Se a questi poi aggiungiamo anche i 15.109 infermieri presenti all’estero il totale è di quasi 40mila laureati nell’ultimo triennio, che sono costati allo Stato italiano 22.500 Euro per ogni infermiere e 41mila per ogni medico (oltre 150mila se si considerano i costi di specializzazione).
Una spesa complessiva di quasi 3,5 miliardi di Euro negli ultimi anni, che è stata pagata da tutti i cittadini italiani e di cui beneficiano altre nazioni.
Quali sono i motivi di un quadro così drammatico per l’Italia? Il primo, banale quanto tangibile, è il ritorno economico: non a caso le nazioni dove si trovano più medici italiani sono quelle dove gli stipendi sono più alti, come Germania, Francia e Inghilterra. Oltre a questo, però, i dati evidenziano come questa “fuga” sia aumentata negli anni successivi al blocco dei contratti per gli ospedalieri e soprattutto alla pandemia di Covid-19. Per i medici di medicina generale il quadro non è purtroppo migliore, visto che si sono trovati a fare i conti con una programmazione sbagliata e miope, che ha fatto sì che ci fossero sempre meno medici di famiglia attivi sul territorio e sempre meno giovani laureati che si avvicinano alla medicina generale. Questo ha costretto i professionisti rimanenti ad avere un numero sempre crescente di pazienti per non lasciare nessuno indietro, il che ha generato carichi di lavoro sempre maggiori e sempre meno appetibilità per la professione. Un vero e proprio circolo vizioso, il cui risultato ad oggi è che ci sono sempre più pazienti senza un medico di famiglia e medici che ne hanno fino a 1.800, o che rimangono in servizio fino a 72 anni.
Il modello di sanità territoriale introdotto con il PNRR – dove Case e Ospedali di Comunità diventeranno il fulcro dell’assistenza sanitaria di prossimità – dovrebbe però migliorare la situazione, alleggerendo il carico di lavoro degli ospedali: ma rimane il fatto che senza una maggiore attenzione dei Governi alla medicina generale, e misure strutturali che la rendano una specializzazione appetibile per i neolaureati, sarà sempre più difficile garantire il diritto alla salute dei cittadini italiani negli ambulatori come negli ospedali.

(Photo credits: Thirdman/Pexels)

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