MEDICI DI FAMIGLIA, -30% A SIENA NEI PROSSIMI TRE ANNI

AUMENTA IL NUMERO DEI POSTI LASCIATI VUOTI, E I BANDI LATITANO

Secondo l’Agenzia per i servizi sanitari regionali Agenas nei prossimi due anni in Toscana mancheranno 253 medici di famiglia, e di questi tra 40 e 50 non saranno più attivi proprio in provincia di Siena. In altre parole tra un quarto e un terzo di tutti i medici di medicina generale del nostro territorio lasceranno la professione, e non per una loro scelta ma per raggiunti limiti di età. Una situazione che è nota da tempo, ma che la politica e le istituzioni non hanno saputo prevenire – e che adesso presenta il conto.
Il quadro è particolarmente grave se si considera che secondo i dati ufficiali il nostro territorio ha una densità di popolazione che è un terzo di quella nazionale e la metà di quella regionale: la provincia di Siena è infatti composta da tantissimi piccoli comuni e frazioni, spesso difficilmente raggiungibili e mal collegati fra di loro. Un medico che ha in carico queste aree deve quindi impiegare molto del suo tempo per spostamenti continui, e anche se soluzioni come la medicina di gruppo hanno in gran parte aiutato con questo problema il dato rimane: con sempre meno medici di famiglia a disposizione diverrà sempre più difficile garantire a tutti i cittadini il loro diritto alla salute.
In un quadro già drammatico come questo, per di più, continuano a non vedersi i bandi che ogni anno Regioni e Province autonome pubblicano per avviare quasi 3mila medici alla medicina generale. Il termine previsto per legge è infatti il 28 febbraio, ma ad oggi – quasi 90 giorni dopo – questi documenti ancora non si vedono. Negli ultimi anni è già successo che ritardi come questo facessero perdere un’intera annualità di concorsi, con conseguenze disastrose per i cittadini dato che l’80% di chi vince il concorso già dal primo anno di formazione assume incarichi nella medicina generale (come ad esempio la ex Guardia Medica o il 118). Ma una cosa del genere semplicemente non si può ripetere, perché perdere un’altra annualità con la medicina di territorio in queste condizioni potrebbe significare privare del medico di famiglia una percentuale significativa dei cittadini. Con conseguenze disastrose per tutto il Servizio sanitario nazionale, visto che la domanda di salute dei pazienti lasciati soli si scaricherebbe sugli ospedali e sui pronto soccorso, portandoli verosimilmente al collasso.

(Photo credits: David Kooijman/Pexels)

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