SEMPLIFICAZIONE BUROCRATICA, LA CHIAVE È IL DIALOGO

LA RISPOSTA DEI MEDICI DI FAMIGLIA ALL’ASSESSORE BEZZINI

La burocrazia è uno dei mali dell’Italia, e purtroppo questo vale anche per la medicina di territorio: sempre più spesso, infatti, il medico di famiglia deve dedicare molto più tempo alle “scartoffie” di quanto non vorrebbe, a discapito della relazione medico-paziente e dei suoi aspetti clinici e di prevenzione – e anche per questo sempre meno neolaureati scelgono di diventare medico di medicina generale.
In un recente incontro pubblico l’Assessore regionale alla Sanità Simone Bezzini ha offerto ai rappresentanti dei medici di famiglia il suo aiuto, chiedendo a FIMMG una lista di semplificazioni sulle quali lavorare rapidamente per migliorare la situazione. Il documento gli è stato inviato pochi giorni fa, e contiene delle misure che a costo zero (o addirittura con risparmi di spesa pubblica) migliorerebbero l’efficienza dell’intero Sistema sanitario regionale e la qualità dell’accesso dei pazienti ai servizi sanitari toscani.
Si tratta infatti di provvedimenti molto semplici, a partire dalla mancata condivisione delle responsabilità prescrittive da parte di tutti gli operatori del sistema. Al momento il medico di famiglia è infatti impropriamente un “parafulmine” di ogni richiesta degli altri operatori del sistema sanitario, che spesso impongono ai pazienti di tornare dal proprio medico per farsi prescrivere esami che dovrebbero essere competenza di altri soggetti. Così facendo il medico vede aumentare il suo carico di lavoro burocratico e il cittadino deve compiere un numero anche alto di spostamenti non necessari, tra appuntamenti e tempi di attesa anche lunghi.
Altrettanto a costo zero, o con un risparmio effettivo, sarebbe poi la trascrizione dei referti specialistici e degli esami dei pazienti sui software gestionali dei medici di famiglia: così facendo non solo spesso si eviterebbe di dover ripetere alcuni accertamenti clinici ma si migliorerebbe quella condivisione dei dati che spesso fa la differenza in caso di consulti e sostituzioni. Se i software dei medici di medicina generale riuscissero a “parlare” con quelli delle strutture ospedaliere, poi, si eviterebbero tutte quelle doppie registrazioni (di esenzioni o vaccinazioni ad esempio) che portano alla richiesta di esami o visite specialistiche non indispensabili, accorciando le liste di attesa e risparmiando sia tempo che risorse pubbliche.

Si tratta quindi di soluzioni sulla carta semplici, e che avrebbero solo ricadute positive: meno burocrazia e più pratica clinica per i medici di famiglia, meno spostamenti ed esami per i pazienti e infine minori spese per la collettività. La chiave di volta di un’evoluzione di successo del sistema, quindi, risiede come spesso succede nel dialogo fra tutti i soggetti coinvolti nella sanità, ed è per questo che la mano tesa dell’Assessore Bezzini può rappresentare un buon punto di partenza per migliorare l’efficienza del Servizio sanitario toscano e dedicare più tempo ai reali problemi di salute dei cittadini.

(Photo credits: Mariann Szocke/Pixabay)

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