SENZA DIALOGO CON TUTTI GLI ATTORI LE SOLUZIONI TAMPONE NON BASTERANNO
Le recenti notizie che arrivano da San Gimignano – con un nuovo avvicendamento tra medici di famiglia, il quinto in meno di un anno – e dall’isola d’Elba, dove si sono offerti benefit di ogni tipo ai medici per invogliarli a prestare lì servizio, descrivono bene lo scenario che attende cittadini e medici di medicina generale nei prossimi anni. La professione di medico di famiglia è infatti sempre meno attrattiva, tra carichi burocratici insostenibili e pazienti in crescita costante, e abbondano in tutta Italia esempi di misure tampone, come per l’appunto i benefit offerti dalle amministrazioni locali. Un po’ come si faceva una volta, quando i comuni offrivano un domicilio al “medico condotto”: ma lo scenario è cambiato molto e provvedimenti come questi non cambiano il trend di fondo.
Nei prossimi anni, come ci dicono tutte le statistiche, la situazione della sanità territoriale sarà sempre più difficile. Serve infatti ancora tempo prima che tutti i nuovi medici che si stanno formando prendano servizio e nel frattempo la popolazione invecchia, con un aumento di patologie croniche che rende ancora più importante il ruolo dei medici di famiglia. Per evitare quindi che sempre più cittadini rimangano senza medico, come purtroppo sta succedendo anche nel nostro territorio, le amministrazioni locali non possono essere costrette a muoversi in ordine sparso. È vitale, ora più che mai, che si crei un dialogo costruttivo tra medici, pazienti e amministratori locali, anche tramite le società della salute, che possa dare vita a un progetto pluriennale per gestire il domani della sanità territoriale. Esattamente come si creano piani di sviluppo strategici per trasporti e servizi pubblici, è imperativo creare una progetto che non lasci soli i cittadini e gli amministratori locali, e permetta ai medici di famiglia di prestare servizio nelle migliori condizioni possibili.
I medici di medicina generale stanno facendo tutto il possibile per continuare a garantire il diritto alla salute dei cittadini in condizioni sempre più difficili: ma senza una soluzione di sistema quello che è successo in Lombardia o nei comuni più remoti dell’Appennino toscano, ovvero la scomparsa di decine e decine di ambulatori sul territorio, diventerà realtà anche nella provincia di Siena, lasciando centinaia e centinaia di pazienti privi di un riferimento vicino e costante per la loro salute e la loro qualità di vita. I medici di famiglia ci sono sia per fare il loro lavoro sia per progettare il futuro dei territori: un invito alle istituzioni.
(Photo credits: Gerardo Mendoza/Pexels)