LA DIAGNOSTICA DI PRIMO LIVELLO NEGLI AMBULATORI

UN NUOVO RUOLO PER I MEDICI DI MEDICINA GENERALE

Fino a qualche tempo fa l’utilità dei medici di famiglia all’interno del Sistema sanitario veniva messa in discussione sia da alcuni amministratori che da parte dei cittadini, che vedevano in questo professionista poco più che uno “scrivano di ricette”. Tutti i dati ci dicono però che l’Italia è uno dei paesi del mondo con l’aspettativa di vita più alta, e allo stesso tempo una natalità molto bassa. Quindi in un futuro molto vicino ci saranno più cittadini anziani e più predisposti all’insorgenza di patologie croniche: è per questo motivo che l’introduzione negli ambulatori della diagnostica di primo livello è molto importante.
Con questo termine si intende una serie di esami che riguardano anche le cronicità, e che possono essere eseguiti dai medici di famiglia tramite una serie di strumenti appositi – come gli spirometri (per valutare l’attività polmonare), gli elettrocardiografi e gli holter pressori e cardiaci, che monitorano per 24 ore l’attività elettrica del cuore e la pressione sanguigna. Se ci fossero investimenti anche sul piano formativo, inoltre, a questi esami se ne potrebbero aggiungere altri come quelli di oftalmoscopia e dermatoscopia, e se ai medici di famiglia fossero dati strumenti e infrastrutture adeguati si potrebbero anche attivare dei tele-consulti con gli specialisti. Ad esempio un neo sospetto potrebbe essere esaminato da un medico di famiglia con un dermatoscopio e inviato digitalmente a uno specialista per una valutazione più approfondita. Tutto questo con evidenti risparmi di tempo e risorse, sia per i cittadini – che non dovrebbero più spostarsi fisicamente da ambulatorio ad ambulatorio – che per il Sistema sanitario nazionale.
Da questo punto di vista la provincia di Siena è però all’avanguardia: sulla base di un accordo con l’Asl ai medici di famiglia che partecipano al progetto di gestione dei pazienti cronici sono stati dati un elettrocardiografo e uno spirometro con telemedicina per ogni 10.000 pazienti, e gli stessi medici hanno investito risorse proprie per dotare ogni AFT (i loro “gruppi di lavoro”) di holter pressori. Inoltre nelle zone distretto sono stati distribuiti elettrocardiografi, holter cardiaci ed ecografi, con diversi medici che hanno fatto corsi appositi per eseguire ecografie addominali e polmonari, e in tre centri sono disponibili strumenti per esami di laboratorio diretti.
Va detto però che non sono stati ancora consegnati quegli apparecchi per la diagnostica che sono stati acquistati con la manovra finanziaria del 2020; nonostante il fatto che i medici di famiglia abbiano avviato in proprio questa importantissima innovazione, quindi, la parte pubblica deve ancora fare la sua parte – anche e soprattutto per la nuova convenzione, che è lo strumento tramite il quale queste nuove capacità possono essere formalizzate. Inoltre tutta la strumentazione diagnostica disponibile potrebbe essere utilizzata nel frattempo tramite un accordo aziendale tra Asl e medici di famiglia, che proprio i medici chiedono venga realizzato per ridurre prima possibile e quanto più possibile i tempi di attesa per visite ed esami, in modo da dare le risposte migliori alla domanda di salute dei cittadini

(Photo credits: Pavel Danilyuk/Pexels)

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